Turismo DOP

Turismo DOP (turismo DOP) locuz. s. le m. Forma di turismo enogastronomico centrata sulle esperienze legate ai prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica (DOP e IGP), che nasce nei territori riconosciuti per l’eccellenza delle loro produzioni e si sviluppa grazie all’impegno dei Consorzi di tutela e delle imprese appartenenti alle filiere certificate, offrendo ai visitatori esperienze autentiche legate ai prodotti, con finalità educative e rappresentando un modello di sviluppo sostenibile basato sull’agricoltura multifunzionale.

Le caratteristiche del Turismo DOP

Il Turismo DOP è un fenomeno innovativo che si colloca all’in­crocio tra turismo enogastronomico, turismo culturale e turi­smo sostenibile. Attraverso l’azione dei Consorzi di tutela e degli operatori del settore, promuove i prodotti DOP e IGP, esaltandone il valore e il legame profondo con il territorio.

Dal punto di vista enogastronomico, il Turismo DOP non si li­mita a far conoscere le caratteristiche dei prodotti certificati, ma ne racconta la storia e le tradizioni produttive. Attraverso degustazioni, visite a aziende agricole e botteghe artigiane, percorsi esperienziali guidati, i visitatori hanno l’opportunità di immergersi nella cultura del gusto, scoprendo sapori auten­tici e tecniche di lavorazione tramandate nel tempo.

L’aspetto culturale è altrettanto centrale: il Turismo DOP permette di esplorare il patrimonio storico, sociale e antro­pologico legato ai prodotti agroalimentari tipici. Racconta storie di mestieri e identità locali, proponendo esperienze che includono itinerari nei siti storici, visite ai musei del gusto e incontri con i produttori, custodi di antichi saperi. Questo approccio contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e il valore delle produzioni certificate come espressione del territorio.

Il Turismo DOP si distingue anche come modello di turismo sostenibile. Incentiva un consumo consapevole, tutela la bio­diversità e sostiene le comunità locali. Le attività esperienziali promosse sono in linea con i principi delle Indicazioni Geogra­fiche, valorizzando le produzioni tipiche nel rispetto dell’am­biente e del paesaggio rurale.

Grazie alla sua capacità di coniugare elementi gastronomici, culturali e ambientali, il Turismo DOP risponde alle nuove tendenze del turismo esperienziale e sostenibile. Allo stesso tempo, rappresenta una leva strategica per la valorizzazione del territorio e il rafforzamento dell’economia locale.

Affinché un’attività possa essere definita Turismo DOP, deve possedere tre caratteristiche fondamentali:

  1. La tutela della reputazione della denominazione DOP/ IGP, attraverso iniziative che ne garantiscano autenticità e qualità.
  2. Una funzione didattica rivolta ai visitatori, per diffondere la conoscenza dei prodotti e delle loro origini.
  3. Un ruolo chiave della sostenibilità, affinché l’esperienza turistica sia rispettosa dell’ambiente, delle comunità loca­li e dei valori tramandati dal prodotto.

Questa combinazione di elementi fa del Turismo DOP un mo­dello di sviluppo territoriale che coniuga tradizione, innova­zione e sostenibilità, generando valore per i territori e per le persone che li abitano.

Autenticità

Il Turismo DOP mira a tutelare e rafforzare la reputazione delle denominazioni IG attraverso eventi, espe­rienze e attività di promozione del patrimonio culturale. Un ruolo chiave deve essere svolto dai Consorzi di tutela, che hanno il compito di vigila­re sulla salvaguardia dell’Indicazione Geografica (IG) e autorizzare le attività degli operatori, garan­tendo che l’offerta delle esperienze turistiche le­gate al prodotto, alle sue caratteristiche e al suo territorio, siano svolte in modo corretto e coe­rente rispetto ai valori dell’IG. Questo impegno è in linea con il Regolamento europeo 2024/1143, che assegna ai Consorzi questa responsabilità, per garantire un’adeguata protezione delle pro­duzioni DOP e IGP a tutela degli operatori, dei consumatori e delle comunità locali.

Educazione

Il Turismo DOP è una forma di turismo educa­tivo che unisce esperienze di viaggio con l’ap­prendimento attivo e coinvolgente attraverso un approccio interdisciplinare. Integrando ele­menti di storia e cultura, metodi di produzione e tecniche agricole, offre un’esperienza forma­tiva completa sui prodotti DOP e IGP supervi­sionata dai Consorzi di tutela che ha come base il contenuto culturale e scientifico delle Indi­cazioni Geografiche. Attraverso l’osservazione diretta, la degustazione e la partecipazione ad esperienze pratiche, il Turismo DOP non solo di arricchisce la conoscenza dei partecipanti, ma stimola anche il pensiero critico e la compren­sione dei processi scientifici e culturali legati al cibo e al territorio.

Sostenibilità

Il Turismo DOP è un modello di turismo soste­nibile che supporta la riduzione dell’impatto ambientale, incentiva la stagionalità e tutela gli ecosistemi locali, in linea con i valori delle produzioni a Indicazione Geografica. Le attività esperienziali del Turismo DOP favoriscono un consumo consapevole e responsabile da parte dei visitatori, contribuendo alla valorizzazione delle comunità locali e alla salvaguardia della biodiversità agricola e culturale. Attraverso l’of­ferta di esperienze autentiche e attività mirate, il Turismo DOP crea un equilibrio tra sviluppo economico e tutela del territorio, accompagnan­do i visitatori in un’immersione consapevole nel patrimonio enogastronomico e culturale locale.

L’origine del concetto di Turismo DOP

Nel panorama enogastronomico italiano, Fonda­zione Qualivita ha giocato un ruolo da protago­nista nell’affermazione del concetto di Turismo DOP, un’espressione oggi formalmente ricono­sciuta e strategicamente rilevante, ma che po­chi anni fa non esisteva nel dibattito pubblico. Il cammino per dare identità e valore a questo fe­nomeno ha preso avvio nel 2018, quando Qualivi­ta ha intrapreso un percorso di sensibilizzazione e confronto che ha coinvolto Consorzi di tutela, istituzioni e media, fino a raggiungere importan­ti traguardi: il riconoscimento istituzionale e l’in­gresso del neologismo nel vocabolario Treccani.

2015 – Il Turismo DOP entra nell’agenda di Qualivita

Grazie alla costante osservazione del settore DOP IGP e al dialogo continuo con i Consorzi di tutela e i referenti del comparto, già nel 2015 Fondazione Qualivita individua nel turismo legato alle IG un ambito destinato ad assumere un ruolo strategico sempre più rilevante per il sistema agroalimentare. Per questo motivo, avvia un’attività dedicata di monitoraggio sul turismo connesso alle DOP e IGP italiane, iniziando a raccogliere e sistematizzare dati e informazioni in una banca dati consultabile attraverso il proprio portale.

2018 – L’origine del termine

Il punto di partenza risale al 2018, con l’organizzazione a Modena della prima tavola rotonda interamente dedicata al Turismo DOP. In collaborazione con i Consorzi di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, Fondazione Qualivita ha riunito vari attori del mondo delle Indicazioni Geografiche per discutere del legame sempre più evidente tra il turismo enogastronomico e i prodotti certificati DOP e IGP. In quell’occasione fu lanciato per la prima volta il concetto di “Turismo DOP”, con l’intento di descrivere un fenomeno concreto ma fino ad allora privo di una definizione univoca. Furono presentati i primi dati raccolti attraverso un’indagine diretta ai Consorzi e si sottolineò la necessità di una gestione consapevole e strategica dell’offerta turistica legata ai prodotti IG, in chiave di sostenibilità e valorizzazione territoriale. L’iniziativa ricevette visibilità nazionale anche grazie a uno speciale pubblicato su “La Repubblica”, a cura di Patrizio Roversi, che contribuì a dare risonanza mediatica al concetto emergente (Patrizio Roversi, “Il Paese falce e coltello”, La Repubblica, 27 settembre 2018).

2022 – Il dialogo con le istituzioni

Negli anni successivi, Qualivita ha continuato a promuovere il dibattito, facendo crescere la consapevolezza dell’importanza del Turismo DOP all’interno del sistema delle Indicazioni Geografi­che. Un momento chiave si è avuto nel 2022 con la tavola rotonda organizzata a Lucinasco, in Liguria, insieme a Origin Italia. L’evento ha segnato un vero salto di qualità nel confronto istituzionale, con la partecipazione del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, degli assessori regionali liguri all’A­gricoltura e al Turismo e di numerosi Consorzi di tutela. Durante l’incontro sono state condivise esperienze virtuose provenienti da eccellenze come il Parmigiano Reggiano DOP, l’Asiago DOP, il Pecorino Toscano DOP, il Conegliano Valdobbia­dene – Prosecco DOP e l’Olio Riviera Ligure DOP. La copertura mediatica nazionale dell’evento ha rafforzato ulteriormente la visibilità del concetto di Turismo DOP, superando i confini del settore e raggiungendo il grande pubblico.

2024 – La svolta normativa

Il lavoro di sensibilizzazione e sistematizzazio­ne svolto da Qualivita ha trovato un primo ri­conoscimento formale con l’introduzione della funzione turistica tra le competenze ufficiali dei Consorzi di tutela, nel nuovo Regolamento UE 2024/1143 sulle Indicazioni Geografiche. Si tratta di un passaggio fondamentale: l’Europa accoglie una proposta partita proprio dal siste­ma italiano, riconoscendo il ruolo strategico del turismo come leva di sviluppo per le filiere DOP IGP. Questo riconoscimento istituzionale non è solo simbolico, ma apre nuove prospettive po­litiche e operative per i territori, le imprese e i Consorzi di tutela, che ora possono contare su un inquadramento normativo chiaro per svi­luppare progettualità e investimenti in ambito turistico.

2025 – L’ingresso nella Treccani

Un ulteriore passo verso la legittimazione del Turismo DOP si compie nel 2025 con l’inserimento del termine nel Vocabolario Treccani, all’interno della sezione dedicata ai neologismi. Questo traguardo, come già avvenuto per il termine “Dop economy” – coniato da Qualivita nel 2018 e incluso dalla Treccani nel 2021 – ha un valore che va ben oltre il riconoscimento formale. L’ingresso del neologismo nel lessico della lingua italiana sancisce l’esistenza di un fenomeno economico e culturale ormai consolidato, legittima il suo utilizzo in ambito scientifico e politico e contribuisce a rafforzare l’identità del sistema IG nel dibattito pubblico. Significa, in altre parole, che il Turismo DOP non è più solo una buona intuizione o una pratica diffusa: è un settore con una propria dignità, in grado di incidere sullo sviluppo sostenibile dei territori e sulla promozione del made in Italy.

Un progetto culturale oltre il turismo

Il percorso tracciato fino ad oggi dimostra che il Turismo DOP non è solo una nuova forma di esperienza turistica, ma un progetto cultura­le a tutto tondo, capace di unire promozione territoriale, salvaguardia del patrimonio e in­novazione sociale. L’affermazione di questo concetto è oggi una realtà, ma è anche il frutto di un lavoro di rete, di dialogo e di visione, che continua a evolversi con l’obiettivo di rafforza­re il legame tra prodotti, territori e persone. In un tempo in cui l’identità dei luoghi e la qualità dell’esperienza assumono un valore sempre più centrale, il Turismo DOP si afferma come mo­dello virtuoso per raccontare l’Italia attraverso ciò che produce, custodisce e tramanda.

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